MISSIONE CATTOLICA ITALIANA
GINEVRA CAROUGE

Risale al 1900 l’arrivo a Ginevra del primo missionario italiano, don Luigi Motti, inviato da Mons. Geremia Bonomelli, vescovo della Diocesi di Cremona e fondatore dell’Opera Bonomelli, un’associazione avente come scopo l’assistenza religiosa e sociale agli italiani emigrati in Europa.  Gli italiani in Svizzera, già nel 1900, erano 160.000. A Ginevra nel 1907 erano 14.000. Di questi 10.000 appartenevano alla cosiddetta emigrazione stabile e definitiva. Erano in gran parte lavoratori edili, fabbricatori di mobili, piccoli commercianti: caffetieri, sarti, fruttivendoli, calzolai.


Inizialmente a Ginevra l’attività religiosa si svolse nella parrocchia St. Joseph e poi in quella dedicata al Sacro Cuore. Due anni dopo, nel 1902, arrivò un secondo missionario, Don Adolfo Dosio, torinese, lui pure inviato dall’Opera Bonomelli. Nel 1910, per motivi di salute, don Motti rientrò in Italia. Negli anni successivi don Dosio ebbe la collaborazione di altri sacerdoti italiani, ma nel 1939, sentì il bisogno di passare la mano e chiese l’intervento dei Missionari Scalabriniani. Arrivò così come collaboratore P. Enrico Larcher, missionario scalabriniano, che nel 1942, alla morte di Mons. Dosio, assunse la responsabilità della missione.
A Ginevra la cappella – dedicata a S. Margherita da Cortona – fu aperta nel 1902. Nel 1903 si aprì un altro centro a Carouge con asilo e ricovero per persone anziane. Nel 1912 ebbe inizio l’Istituto Regina Margherita, con internato per i figli dei migranti italiani; nel 1925 fu inaugurata la Casa di riposo Vittorio Emanuele III.


Dopo lo scioglimento nel 1927 dell’Opera Bonomelli, alcuni dei suoi membri, come Don Dosio, posti sotto le dipendenze della Congregazione Concistoriale, continuarono nelle varie città europee, incluso Ginevra.

Di tutte le opere promosse realizzate da Mons. Dosio e dalla comunità italiana, gli scalabriniani presero la direzione nel 1942, apportando ingrandimenti, migliorie e nuove iniziative, sempre con la generosa collaborazione dei connazionali di ogni ceto sociale.
Negli anni che vanno dal 1950 al 1975 la MCI a Ginevra cambia sostanzialmente volto, specie a motivo dell’arrivo massiccio di lavoratori italiani favorito dagli accordi italo svizzeri (1964, 1968, 1972). Se nel 1950 gli italiani registrati nel cantone di Ginevra erano poco più di 12 mila, nel 1975 erano più che triplicati.

In Svizzera, gli anni ’70 sono segnati da un clima ostile verso gli stranieri, con campagne politiche “antiforestieramento”, sfociate in referendum (Schwarzenbach) poi falliti.
Gli anni ’60 e ’70 sono contraddistinti però anche una forte spinta aggregativa e identitaria, con la diffusione dell’associazionismo specie a base politica nazionale e regionale, sociale e culturale.


Nel periodo 1950-1975 la MCI di Ginevra beneficiava di istituzioni e strutture assistenziali e pastorali  importanti, gestite secondo l’ordinamento giuridico svizzero ma soprattutto sostenute dall’impegno di sacerdoti missionari, dalle Suore Missionarie Francescane di Susa e da numerosi connazionali benefattori. 
Nel corso degli anni furono eseguiti significativi miglioramenti, come l’ampliamento della “Provvidenza” di Carouge nel 1952, con la sua definitiva ristrutturazione, tra il 1958 e il 1962, in asilo, orfanatrofio e casa di risposo per anziani, pensione, mensa per operai, l’allestimento della sala Pio X in rue de la Mairie, nel 1954, la costruzione di alloggi stagionali presso la casa di riposo del Petit Saconnex, nel 1957, l’acquisto della casa a fianco della MCI, destinata ad asilo e abitazione delle suore, nel 1966.
All’Istituto “La Providence” di Carouge morì nel 1962 P. Francesco Tirondola, missionario che svolse un ruolo centrale nel rilancio in Italia della Congregazione scalabriniana, e che solo negli ultimi anni della sua vita poté realizzare il sogno missionario della giovinezza.
L’afflusso massiccio di connazionali portò a una crescita notevole dell’amministrazione dei sacramenti. Allora i più richiesti erano i battesimi (dal 1950 al 1975: 6800, 451 nel solo 1968) e i matrimoni (dal 1950 al 1975: 2500). A queste cifre, alquanto eloquenti, vanno aggiunte le celebrazioni di messe in chiese diverse, la catechesi per fanciulli, giovani e adulti.

Per l’informazione e il collegamento, il primo bollettino della Missione viene pubblicato nel 1916 dall’Orfanotrofio “Regina Margherita” con il titolo “GLI ORFANI ITALIANI ALL’ESTERO”, sostituito dal periodico “LA BUONA PAROLA” nel novembre 1933.
Quest’ultimo viene sospeso nel 1942 “a motivo di guerra”, come dice l’editoriale del primo numero della nuova rivista “BOLLETTINO DELLA MISSIONE”. Nel 1945 nasce “IL VINCOLO” sostituito da “LA MISSIONE” dal 1 gennaio 1973.
Nel 1978 diventa periodico bimestrale dal titolo
PRESENZA ITALIANA”.

Nei 25 anni che chiudono il secondo millennio, la vita della comunità cattolica italiana di Ginevra risente delle diverse trasformazioni verificatesi in Svizzera, nella società e nella Chiesa, e degli adattamenti alle nuove realtà istituzionali, sociali, economiche e culturali.

A livello sociale e politico il quadro svizzero, in questo squarcio di secolo, si presenta meno agitato ed ostile verso gli immigrati, nonostante persista l’attività dei gruppi anti immigrati fortemente manifesta negli anni ’70 (“iniziativa Schwarzenbach’). Si consolidano movimenti solidali nei quali si rendono attive le chiese cattolica e protestante e le comunità e associazioni immigrate, convogliati nell’inziaziva Mitenand (“Essere solidali”) poi confluita nel “Centre de Contact Suisse-Immigrés”.

La collettività italiana a Ginevra nel 1970 ammontava ad oltre 37 mila unità, diminuita fino a 25 mila verso la fine del secolo, soprattutto a motivo dei numerosi rientri e delle naturalizzazioni. In questo tempo, a livello socio politico due sono gli obiettivi: oltre alla revisione dello statuto dello stagionale cui era associato anche il diritto al ricongiungimento familiare, l’attenzione si rivolge al diritto di voto all’estero in occasione delle votazioni politiche italiane e alla doppia cittadinanza.

Già a partire dagli anni ’70, emerge prepotente il problema della seconda generazione, che divenne sempre più rilevante con il passare degli anni, in particolare per il tema scottante della scolarizzazione – che ha modificato per tante famiglie l’originale progetto del rientro in patria – del disagio giovanile, dell’emarginazione o ghettizzazione, dei percorsi d’integrazione interculturale, nella salvaguardia delle radici culturali. Il tema delle giovani generazioni rimane a lungo al centro dell’attenzione e del dibattito delle varie istituzioni italiane, della stessa Missione cattolica e delle associazioni nazionali e regionali.

A livello pastorale, in questo tempo, si nota un significativo avvicendamento dei missionari e una progressiva riduzione della presenza delle suore, con particolare riferimento alle Suore Francescane di Sousa, che per molti anni avevano garantito un generoso ed esemplare servizio religioso e assistenziale. Si riduce significativamente la necessità di interventi di assitenza, mentre cambia notevolmente la pastorale, frutto della vitalità post conciliare e delle mutate forme religiose popolari. Si ridimensiona la richiesta dei sacramenti, in un contesto sempre più laicizzato, di accresciuta mobilità e dispersione territoriale, di progressivo inserimento nelle comunità cattoliche locali, di cambiamento dei comportamenti demografici.

Tra gli eventi significativi , in questo periodo, si può ricordare la visita dell’allora presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro, che partecipò alla S. Messa della comunità, trattenendosi poi con alcuni fedeli, e la beatificazione di Giovanni Battista Scalabrini, il 9 novembre 1997, a Roma, con la partecipazione di una folta rappresentanza della comunità ginevrina.

Ma forse l’avvenimento più impattante dell’ultimo ventennio è individuabile nella ricostruzione della cappella di Santa Margherita e dei locali della Missione a Eaux Vives. La gestazione del progetto durò a lungo, per ragioni finanziare, ma anche per la comprensibile resistenza nostalgica di una parte della comunità.
Per reperire il finanziamento dell’opera complessiva, del luogo di culto e degli annessi complessi immibiliari, la Societé de la Chapelle Italienne, Associazione a fine non lucrativo, costituitasi nel 1902 per acquistare l’immobile a Eaux Vives ove venne edificata la prima cappella S. Margherita, dovette vendere l’Ospizio degli anziani al Petit-Saconnex, con il trasferimento degli ospiti alla Provvidenza, a Carouge.
Durante i tre anni dei lavori, la parrocchia di Saint Joseph ha generosamente messo a disposizione gli spazi per l’attività liturgica e pastorale. Il coinvolgimento della comunità, il lavoro del “comité de soutien” e la generosa partecipazione dei fedeli hanno consentito di raggiungere lo scopo, incluso il rinnovo di componenti liturgiche importanti quali gli affreschi, il restauro della Natività, il tabernacolo, i banchi. Il 12 aprile 1986 il vescovo della diocesi, mons. Mamie benedice la nuova cappella, anche se non totalmente terminata (affresco), mettendo il suo sigillo sul sogno di una comunità.

Anche per la comunità italiana che gravitava su Carouge si realizzarono nuovi lavori: la cappella della Provvidenza, dedicata a San Francesco, venne ristrutturata e il 28 novembre 1993 benedetta e inaugurata dal vescovo ausiliare mons. Amedeo Grab.

In sintesi, alla fine del secondo millennio la comunità italiana, di Ginevra e Carouge, risulta significativamente integrata nel contesto ginevrino, grazie al contributo di molti connazionali, inseriti nelle istituzioni e a livello sociale, economico, culturale. Parte integrante delle chiesa cattolica locale, nel 2000 la comunità italiana è pronta a celebrare nel modo migliore il Grande Giubileo della Chiesa universale ed il Centenario della fondazione della Missione.

Don Luigi Motti
(a Ginevra dal 1900 al 1910)
Mons. Adolfo Dosio
(a Ginevra dal 1902 al 1939)
MCI Ginevra: antica sede e cappella
MCI Ginevra
dal 1986 nuova sede e cappella

La Providence di Carouge

La nuova Cappella di Carouge


Le date principali
di una storia provvidenziale

1900
Arrivo a Ginevra di Don Luigi Motti inviato da Mons. G. Bonomelli e inizio dell’assistenza religiosa degli italiani presso la Chiesa di San Giuseppe e poi del Sacro Cuore
1902
Costituzione della Société de la Chapelle e acquisto dell’immobile di rue de la Mairie, 17
1903
Arrivo di Don Adolfo Dosio a Carouge, inviato dall’Opera Bonomelli
1904
Apertura del Segretariato del popolo e Patronato operaio a Ginevra e inizio della scuola serale per adulti
1905
Arrivo delle Suore Terziarie Francescane di Sousa che assistono poveri e ammalati a domicilio a Carouge
1907
Apertura del Segretariato del Popolo a Carouge, scuola serale per adulti scuola diurna per bambini. Nell’ambito della Missione di Ginevra, funzionano un circolo ricreativo, la filodrammatica “Silvio Pellico”, la corale, la Società di Mutuo Soccorso “La Fratellanza”
1908
Apertura della crèche a Carouge con l’aggiunta di una sezione di orfanatrofio
1910
Don Matti si ritira in Italia. Don Dosio passa alla Missione di Ginevra e avviene la fusione delle due missioni. A Carouge, secondo la disponibilità di personale, vengono inviati dei responsabili locali. Collaboratori di Don Dosio in questi anni sono Don Domenico Rozza e Don Maccalli, che opera a Carouge
1911
Fondazione del Circolo Bonomelli
1912
Fondazione dell’Orfanatrofio di Hermance
1913
Ampliamento della Cappella della Missione di Ginevra
1915
Arriva il collaboratore Don Giuseppe Pavesio, reduce della Missione di Bochum (Germania)
1916
Acquisto di una nuova sede dell’Orfanatrofio al Grand-Saconnex. Arriva P. Semeria che si interessa vivamente dell’Orfanatrofio e degli orfani di guerra
1921
Acquisto del terreno antistante la Cappella della Missione di Ginevra
1925
Acquisto dell’edificio al Petit-Saconnex che viene destinato a Casa di riposo per anziani e costruzione della Cappella dell’ospizio
1927
La Santa Sede sopprime l’ Opera Bonomelli. I missionari passano alle dipendenze della Concistoriale
1928
Partenza di Don Pavesio dopo 14 anni di permanenza a fianco di Don Dosio; gli altri collaboratori si fermeranno solo pochi anni e sono Don Giovanni Bertalmino e Don Mazzarello. Don Dosio Chiederà con insistenza la collaborazione di un missionario scalabriniano per dare continuità all’opera di assistenza agli italiani
1936
Fondazione della Provvidenza a Carouge
1939
Arrivo dello scalabriniano P. Enrico Larcher
1942
Morte di Don Adolfo Dosio
1950
Feste celebrative del Cinquantenario della Missione
1952
Ampliamento della casa di Carouge
1954
Sala Pio X a rue de la Mairie
1957
Costruzione di alloggi stagionali presso la casa di riposo del Petit-Saconnex
1958
Ampliamento della “Provvidenza”
(asilo, orfanatrofio, casa di riposo, pensione, mensa operai)
1959
Mensa operai al Petit-Saconnex
1962
Sistemazione definitiva della “Provvidenza”
1966
Acquisto della casa a fianco della missione a Ginevra
per asilo e abitazione suore
1983-1986
Costruzione del nuovo Centro missionario a rue de la Mairie
1995
Le suore Missionarie Francescane lasciano il Grand-Saconnex
e viene organizzata una garderie con personale laico
1994-1996
Costruzione della Casa di riposo “Les Pins” e di tre HLM al Grand Saconnex
Apertura della crèche “Graffiti”


Scalabriniani dal 1939
(in ordine di arrivo)

  1. LARCHER Enrico (1939; dir. 1942. )
  2. CORBELLINI Pietro (1947. )
  3. BORDIN Livio (1947; dir. da 1958. )
  4. ANGELI Davide (dir. da 1951)
  5. DALLA PRESA Giovanni (1956. )
  6. TIRONDOLA Francesco (1959. )
  7. MICHELIN Albino (1960)
  8. FERRARO Angelo (1962 )
  9. BOCCIARELLI Luigi (1964. )
  10. RACCANELLO Mario (1965. )
  11. FISCARELLI Stanislao (1965. )
  12. CECCATO Angelo (dir. da 1966. )
  13. SEGAFREDO Pietro  (dir. da 1967. †)
  14. CASARIL Luigi (1968. )
  15. MARIN Renzo (1969)
  16. COCCO Luciano (1972; dir. da 2004)
  17. PRIORE Angelo (1974. )
  18. METRINI Gelmino (1975)
  19. MORETTO Enzo (dir. da 1976)
  20. ROSSI Beniamino (1976. )
  21. LOVISON Tino (1977. )
  22. BAGGIO Ermenegildo (1978)
  23. SERRAGLIO Martino (dir. da 1982)
  24. DAL BON Francesco (1982)
  25. DE PASCALIS Cosimo (1985)
  26. CASATI Franco (1988. )
  27. ROMANÒ Enrico (1992)
  28. CUROTTI Alessandro (dir. da 1998)
  29. GUGLIELMI Silvano (1998. )
  30. IELUZZI Fernando (1998)
  31. ZILIO Renato (2000)
  32. BELTRAMI Gabriele (2007)
  33. PAROLIN Zefferino (2013)
  34. FELIATUS Pierre Onel (2014)
  35. VIBERT John Anderson (2017)
  36. CAROLI Corrado (dir. dal 2018)
  37. MARZOLI Giancarlo (2018)
  38. MAFFIOLETTI Gianmario (dir. 2023)